lunedì, maggio 29, 2006

Jori: quel cielo così bianco

Marcello Jori era, tra i docenti della scuola "Zio Feininger", quello che poteva vantare una preparazione accademica completa, oltre a quel certo pysique du rôle - Andrea Pazienza a Lucca Comics (1984) continuava a ripetere "hai visto come è bello?" - dell'artista a tutto tondo.
Molto apprezzata fu una sua certa lezione, dove - come detto si parlava di tecniche di colorazione - ci fece capire quanto il cartoonist Mordillo avesse attinto a piene mani dal gusto e dalla sensibilità nell'approccio cromatico del grande Jean-Michel Folon - il quale a sua volta si ispirava a certe cose di Paul Klee, quando andava "in Marocco a risciaquare i panni della pittura moderna".
Nel suo lavoro di fumettista Jori invece adorava tecniche che aveva elaborato per proprio conto, forse memore degli insegnamenti scolastici, e questo creava in lui un dualismo tra la generosità dell'insegnante che non si sottraeva alla divulgazione dei risultati della sua ricerca - disse che si recava a Milano, in un negozietto altamente specializzato, dove trovava mitici colori ad acqua, i concentratissimi Dr. Ph. Martin's, che versava col contagocce - a corredo - su ampie campiture completamente bagnate, ed otteneva le sfumature facendo ruotare su più angolazioni i fogli da disegno - e di contro una comprensibile reticenza sulll'approccio definitivo che aveva con disegni ed ispirazione per i fumetti che pubblicava su Alter Alter e Frigidaire.
Assai realistici - dopo il periodo quasi astratto, ancora una volta dichiarata la provenienza dai lavori di Paul Klee, del poetico Minus - i racconti che consegnava per le pagine di Valvoline Motor Comics erano una successione di fotografie, o meglio fotogrammi di film famosi, con qualche occasionale divagazione accessoria - ma il nocciolo era li: "La sposa di Frankenstein", "Gilda", e molto altro.
Con questo processo intellettuale di citazioni su citazioni, cosa rodeva a Jori e sfuggiva a noi? Qualcuno disse che, a casa di Marcello - fatto che divenne una leggenda di cui s'è persa la fonte - aveva intravisto dalla porta socchiusa del suo studio un enorme episcopio, col quale proiettava sul foglio, e colorava direttamente ad acquarello, il suo archivio di immagini - secondo necessità.
Sia come sia, chi più chi meno, quasi tutti fecero tesoro delle sue lezioni, compreso lo stesso Giorgio Carpinteri, e lo stesso Andrea Pazienza, che più avanti colorò un fumetto completo con le tecniche "alla Jori".
Marcello, stufo di certe polemiche, ed anche indissolubilmente legato al proprio background accademico di cui si diceva, riprese a fare il pittore-pittore, benedetto da Vittorio Sgarbi in un bel catalogo di moltissime pagine.
"Quel cielo così bianco" è una frase - ancora da "Pompeo" di Andrea Pazienza - utilizzata dal protagonista della graphic novel, mentre in piazza Verdi a Bologna alza lo sguardo verso l'appartamento dove appunto Jori viveva in quel 1984.

lunedì, maggio 22, 2006

Andrea Pazienza in gita scolastica


Al finir dell'anno scolastico 1984, come ogni brava classe che ha meritato gli elogi degli insegnanti, Andrea Pazienza propose una 'tre giorni' in quel di Santa Cristina di Gubbio (PG).

In realtà la cosa nacque per altri percorsi. Era consuetudine alla fine delle lezioni trasferirsi in qualche osteria di via del Pratello, dove ci si scopriva molto uniti e gioviali.
Ciò portò Pazienza a concludere che eravamo una cosiddetta compagnia, cosa che lo eccitava, perchè: "io non sto in nessuna compagnia, volete essere la mia?", - si illuminò un dì.
Detto fatto, Paz uscì con questa proposta grandiosa: andare a trovare l'amico di matita Jacopo Fo (che sul Male si firmava Giovanni Karen), il quale ci avrebbe ospitati in massa in quella grande ed accogliente struttura che forse molti conoscono come "Libera Università di Alcatraz" (oggi si chiamerebbe 'agriturismo', allora era una specie di comune).
L'adesione non fu oceanica. Nondimeno in una calda mattina di giugno ci trovammo fuori dalle scuole, da dove partì un plotone di macchine, a capo l'Alfa 33 targata FG (sole donne, a parte il proprietario di garganiche origini), poi la Golf nera con Baldaz e Rapi ai posti davanti, e via dicendo.
Le indicazioni stradali dell'insegnante Pazienza erano state chiarissime: "avete presente quel triangolo formato da Gubbio, Perugia e Assisi, dove non c'é nessun paese? Noi andremo lì: in mezzo al niente!". In realtà, per non perderci, proseguimmo incolonnati attraverso posti ameni (la famosa strada panoramica Cesena-Terni), altri curiosi (Casa del Diavolo), finché si ebbe conferma che davvero eravamo diretti in un posto alieno dalla civiltà, una strada che diventava prima sterrata, poi infinita, senza sbocchi.

La permanenza fu squisita come il nostro ospite: le ragazze si mettevano in libertà, il risico e la battaglia navale la facevano da padroni, si trasmisero molte videocassette di lezioni passate ove, anziche parlar di comics, si celebrava la via della Katana (anche "Alcatraz" era una scuola del fumetto - estiva - in cui insegnava Pazienza) ... poi quantità sterminate di carne alla brace, canne a volontà, grandi gite al torrente a pescare la trota salmonata (eccerto, le canne servivano per la pesca, no?).

Molti disegnarono, fecero foto, riprese di lotte di Kendo, così vario materiale documentario rimase.
Per episodi più dettagliati, si lascia spazio ai commenti ed a prossimi post.
La foto invece, di autore ignoto, merita un veloce chi è chi: dall'alto si distinguono Jacopo, Paz, Miriam, Lucia, Abald, Giorgio, Simona, Francesca, Simona, Giovanna e moroso.
Ovvio che, come disse qualcuno, va un grazie a chi indica i nomi dimenticati, o precisa quanto scritto più in alto. Il resto degli errori sono nostri.

martedì, maggio 16, 2006

Magnus: un uomo non ancora pazzo per il fumetto

Nel 1986 il mitico Magnus si arrese agli inviti dell'organizzazione della Scuola, e venne a dispensare la sua Arte. Era una bellissima serata di maggio, fuori ancora chiaro, i treni passavano a raffica incuranti del disturbo recato al Viandante (e gli uccellini cinguettavano, ecc).
Col suo carisma alla Al Pacino/Michael Corleone (anche Magnus usava un fracco di brillantina), si sedette in cattedra, mentre ognuno si domandava: di cosa avrebbe parlato?
Be' sapete? nessuna filippica da artistoide, né improbabili metodi per generare idee.
Prese un libro di racconti cinesi, ne scelse uno a caso, e lo sceneggiò live on stage.
In circa mezz'ora riempì 6 fogli Bristol 35x50, con quelle veloci geometrie che si usano a livello di storyboard.
Soddisfatto, ripassò i disegni in modo da includere il testo e definire un po' le figure.
Ma ciò che colpiva fu un "panel" verticale su due strisce (prima e terza vignetta incolonnate, su pagina di sei vignette, per capirsi) con la veduta in prospettiva accidentale - dal basso - di una scalinata di pietroni, con (ulteriore virtuosismo) angolo tra due rampe.
Alla fine della performance - che fu, lo ribadisco, una vera lezione pratica su come tradurre un breve racconto ---> in fumetto - chiese con studiata timidezza se qualcuno voleva conservare le tavole in ricordo della lezione.
Si fece avanti un "tizio'' che assicurò cura e dedizione nella conservazione del tesoro raviolesco.
Quella storia inedita di Magnus è, credo, ancora a casa del nostro ex-compagno, ma mai rivelerei nomecognome, solo sotto tortura.

domenica, maggio 14, 2006

Memento

Un nome che non si trova nella lista è quello del caro e indimenticabile Ateo Cardelli.
Gigante buono delle zone imolesi, quando si iscrisse alla scuola, nel 1983, stava frequentando il DAMS, dove si sarebbe laureato con una tesi su Ken Parker. Tra le sue passioni c'erano però soprattutto le arti marziali, che praticava da professionista (era solito dire "non saprei far male ad una mosca"), e le donne che sceglieva più come mamme putative - loro pare che apprezzassero la sua tenerezza ed anche una focosità che manifestava a tratti.
Nelle sua vita Ateo commesse qualche (grande?) sbaglio, e, come i penitenti di certi romanzi cinesi, preferì abbandonare il mondo del chiasso per dedicarsi al figlio e all'assistenza dei ragazzi disabili. Uno di quest'ultimi, in un raptus, gli conficcò una lama nel petto. Suo malgrado Ateo ebbe le cronache dei necrologi.
Meglio ricordarlo con grande sorriso rassicurante, mentre mostrava la sua enorme collezione di fumetti e di saggi sul cinema, e se gli chiedevi quando avrebbe scritto ancora per una rivista per cui lavorava, scuoteva il capo e ti diceva: "ora devo far visita a mamma, è anziana ... per il fumetto ci penso, ma non aspettatemi".

giovedì, maggio 11, 2006

Se Solamente Tu Potessi Ricordare il Mio Nome

Andrea Baldazzi * Roberto Carubbi * Enrico Fornaroli * Giorgio Franzaroli * Francesca Ghermandi * Ottavio Gibertini * Leila Marzocchi * Roberto Marchionni * Alberto Rapisarda * Fabio Randazzo * Stefano Ricci * Mario Rivelli * Massimo Semerano * Simona Stanzani * Davide Toffolo * Daniele Trombetti * Sauro Turroni ...

mercoledì, maggio 10, 2006

Capitano, mio Capitano

Perchè il nostro attimo fuggente è li.
Perchè - credo nel 1990 - Ad Javea (E) alle sei del mattino nel terrazzo dell'appartamento CalleMontanar 105 ho preso un foglio di ScottexCasa e con la biro ho disegnato il mio S.A.M. su decapottabile e gli ho fatto dire: Zanna Live!
Quello Scottex, mai buttato."Andrea Pazienza e l'era Zio Feininger", Andrea Baldazzi

lunedì, maggio 08, 2006

It was twenty (three) years ago

"La Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger" fu fondata nel 1983 da un gruppo di cartoonist appartenenti alla cosiddetta "scuola bolognese". In collaborazione con l'A.R.C.I. locale, Andrea Pazienza, Marcello Jori, Lorenzo Mattotti, Igort, Giorgio Carpinteri e Daniele Brolli formano la prima squadra di insegnanti che terrà le lezioni presso l'Istituto Aldini Valeriani di Bologna.

Adeguatamente promosso e pubblicizzato anche a mezzo stampa, il Corso di Fumetto raccoglie oltre cento adesioni. I corsisti sono divisi in tre classi, ognuna delle quali segue giornalmente le lezioni di due degli insegnanti, per tre giorni la settimana. Lorenzo Mattotti si occupa di regia e struttura della tavola, Jori delle tecniche di colorazione, Carpinteri di disegno applicato, Igort di multimedialità, Brolli di sceneggiatura, ed Andrea Pazienza di generica (o omincomprensiva?) narrazione a fumetti.

La prima infornata di lezioni è coraggiosa e ricca di esperimenti didattici. Tra novembre 1983 e maggio 1984, gli autori-docenti danno di tutto e di più, al fine di stimolare l'intelletto degli aspiranti fumettisti. Gli allievi hanno età e preparazione assai eterogenea: alcuni già professionisti dell'illustrazione o di arti attigue - desiderosi di perfezionarsi nel fumetto -, altri appena quindi-sedicenni con la mente apertissima all'esperienza collettiva. Ma la maggior parte è composta da neo-diplomati soprattutto liceali, che intraprendono i corsi come scuola parauniversitaria: essi si preparano adeguatamente ad inserirsi nel settore editoriale, già fanno fruttare le lezioni come avviamento al lavoro a tutti gli effetti.

Il primo anno di lezioni rende anche consueta la pratica di ospitare altri autori noti e competenti. Alcuni di essi negli anni successivi condurranno veri e propri stage, paralleli ai corsi canonici. Si ricordano Silvio Cadelo, Massimo Giacon, Nicola Corona, Antonio Faeti, Magnus.

L'anno successivo (1984-1985) è a numero chiuso: davvero Corso di Formazione Professionale approvato e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, instaura una prassi di collaborazione con gli Enti Pubblici - che dà ottimi frutti. Lorenzo Miglioli sostituisce Pazienza (che ha abbandonato Bologna per una vita in campagna), e il resto dei docenti - invariato - s'impegna a creare opportunità, affinché questo primo nucleo di autori metta in pratica le abilità acquisite: mostre collettive, pubblicazione su riviste di fumetti già avviate o create ex-novo, stutture collettive dove disegnare, scrivere, incontrarsi.
Alla fine del secondo anno molti allievi hanno già pubblicato, e la scuola si prende una pausa di riflessione, a cui alterna comunque ottimi stage, come quello condotto dal citato Magnus, Maestro del fumetto di tutti i tempi.
Nel frattempo la Scuola si costituisce in circolo culturale, si stabilisce un rapporto di reciproca collaborazione col Comune di Bologna, e attraverso il tenace impegno del solo Igort (Brolli, Iori, Miglioli ancora collaborano saltuariamente), e l'affiancamento organizzativo del dinamico ex-allievo Enrico Fornaroli, sarà condotto qualche altro anno di corsi regolari. Poi il gruppo Feininger - ormai a tutti gli effetti squadra di disegnatori, soggettisti, coloristi, letterist - muta le attività scolastiche in altre forme di impegno.

ELENCO SPARSO DI CARTOONIST DAI PRIMI DUE ANNI
Andrea Baldazzi, Roberto Carubbi, Enrico Fornaroli, Giorgio Franzaroli, Francesca Ghermandi, Leila Marzocchi, Alberto Rapisarda, Massimo Semerano, Simona Stanzani, Daniele Trombetti, Sauro Turroni.

(altri nomi e altre annate in preparazione ;)